DOLORE
Cominciamo dai dolori. Ricordiamo la definizione di dolore: è un fenomeno soggettivo complesso che associa una percezione ed una risposta. La percezione è dovuta al fatto che possiamo avere una lesione tessutale reale o potenziale. Noi rispondiamo a questa percezione con una risposta fisica ma anche affettiva. La percezione del dolore è un segnale essenziale per controllare l’omeostasi quindi è un segnale importante. Molto spesso o, meglio, quasi sempre si associa ad uno stato di ipersimpaticotonia che comporta tachicardia, polipnea, ipertensione arteriosa, midriasi ecc. Spesso c’è anche ansietà. Il dolore diventa cronico se dura più di 6-7 mesi e a quel punto diventa una sofferenza cioè si verifica una partecipazione limbica, con una componente emozionale importante, una componente depressiva, endocrina, cognitiva. Abbiamo due tipi di dolori: – i dolori ipernocicettivi – i dolori da deafferentazione I primi si scatenano quando c’è un processo aggressivo che va al di là dei meccanismi periferici e centrali di percezione e di controllo del dolore. Questo sconfinamento si verifica a causa dell’intensità di questi stimoli che possono essere di vario tipo: meccanici, infiammatori, termici, chimici ecc. Questi dolori ipernocicettivi sono in generale sensibili agli antalgici. Conoscete i tre livelli di farmaci antalgici riconosciuti dall’OMS? Primo livello: paracetamolo; secondo livello: paracetamolo+codeina; terzo livello: la morfina. Poi ci sono i coantalgici che sono gli antidepressivi, gli antiepilettici ecc. I dolori da deafferentazione sopraggiungono dopo una lesione del nervo che va ad interrompere parzialmente o totalmente le afferenze sensitive. Può esserci o meno una partecipazione simpatica e possono verificarsi delle nuove connessioni neuronali che fisiologicamente non esistono oppure esistono ma non sono attive. Se queste ultime si attivano può verificarsi una potenzializzazione del dolore. In generale, quando si arriva a questo livello la situazione è quasi irreversibile. Questi dolori neuropatici hanno tre componenti: una componente continua, una parossistica ed una provocata. La componente continua è caratterizzata da bruciore, punture, parestesie e risponde agli antidepressivi imipraminici come il Tofranil. La componente parossistica risponde agli anticonvulsivanti come il Clonazepam (Rivotril) ed è molto rapida, somiglia ad una scarica elettrica. La componente provocata viene chiamata allodinia: è un dolore avvertito in seguito ad una stimolazione che di norma non è dolorosa. Esiste un terzo tipo di dolore che chiamiamo psicogeno che si sente in assenza di lesione tessutale evidente. Nella maggior parte dei casi i dolori sono un mosaico di queste componenti.