L’interesse della propriocezione nella dislessia è stato scoperto per caso negli anni ’70 in Portogallo in pazienti che lamentavano dolore muscolare senza apparente causa organica. Il prof. Martins da Cunhà ha descritto in questi pazienti un disturbo della propriocezione generale e oculare. Questo disturbo posturale, chiamato sindrome da deficienza posturale (PDS), è quindi una disfunzione sensoriale. È accompagnato da disturbi della posizione spaziale e disturbi percettivi. Questi ultimi, molto presenti nei bambini, disturbano il loro sviluppo sensoriale, compreso quello uditivo e visivo, e sembra anche l’evoluzione dei riflessi arcaici. Un bambino con PDS avrà quindi disturbi posturali e tono muscolare (atteggiamento scoliotico o inclinazione antero-posteriore, ipertonia riflessa), disturbi visuospaziali (goffaggine, disgrafia, ..) e anomalie nella percezione visiva e uditiva ( scotomi direzionali). Il trattamento consiste nel modificare la propriocezione stessa (esercizi muscolari quotidiani per simmetizzare il tono e sollevare le contratture) ma anche agire sui sensori che regolano la postura: gli occhi (prismi a potenza molto bassa) e i sensori di pressione plantari (suole con sovrataglio molto discreto). Poiché la propriocezione oculare è mediata dal nervo trigemino, a volte è necessario modificare anche la sensorialità del sensore mandibolare.