Vertigini posizionali parossistiche benigne (VPPB)
E’ necessario innanzitutto escludere la presenza di un tumore dell’angolo ponto- cerebellare, di un colesteatoma o di un neurinoma del n. acustico, di una nevrite vestibolare, di una leucoaraiosi (diminuzione della sostanza bianca cerebrale) ecc. In Italia le vertigini posizionali costituiscono circa il 39% di tutte le patologie vertiginose, quelle vascolari sono circa il 20%, quelle secondarie a traumatismi, intossicazioni e degenerative il 24%, la nevrite vestibolare il 6%, la malattia di Menière 9%, i tumori il 2%. Nelle VPPB potete utilizzare questo trattamento.
Malattia di Menière
C’è una tetrade semeiologica per fare diagnosi di malattia di Menière: il primo sintomo è la sensazione di orecchio “pieno”, il secondo è l’acufene a tonalità grave, il terzo è l’ipoacusia fluttuante (fluttuante perché si riduce quando passa la crisi) ed il quarto è la crisi vertiginosa (oggettiva, con nausea e vomito) che dura ore. Il paziente si rende conto che sta arrivando la crisi e se ne va a letto al buio aspettando che passi. In una prima fase, essendoci iperattività di un labirinto, avremo un nistagmo che batte dal lato del labirinto che lavora di più dopodiché, essendoci un danno vestibolare, il nistagmo si inverte cioè batterà dal lato opposto. Quindi c’è un acufene unilaterale che si rinforza con la crisi, ipoacusia unilaterale, vertigine rotatoria intensa e segni neurovegetativi. Il malessere dura qualche giorno e sovente c’è una sensazione di orecchio “pieno”. Una volta, come terapia, si diceva a questi pz. di bere di meno, invece ora si è scoperto che in questi soggetti c’è un’ipersensibilità all’ormone antidiuretico. In parole povere l’ADH provocherebbe un riassorbimento eccessivo di liquido del labirinto e questo determinerebbe in parte la crisi. Facendo bere più acqua al pz. si induce un’inibizione della produzione di ADH e quindi paradossalmente dovresti ridurre il numero degli episodi di crisi.